Il mito della caverna di Platone, la bussola e il labirinto di baconiana memoria: hanno ancora qualcosa da dirci? Ci sono almeno dieci buoni motivi per amare la filosofia, e possiamo fare molte scoperte, se ci mettiamo in ascolto dei testi e siamo disposti a rifletterci sopra. Ma se da soli non ci riusciamo, ci vengono in aiuto tre grandi personaggi del mondo classico, che dialogando tra loro ci forniscono gli strumenti per comprendere la realtà che ci circonda. Sono Ulisse, Apollo e Dioniso: il primo è l’icona dell’uomo moderno, gli altri due rappresentano l’eterna lotta tra ragione e istinto, equilibrio e sfrenatezza, come ha insegnato Nietzsche. Insieme, attraversano tempeste e pericoli di ogni tipo, contemplano paesaggi e orizzonti, si fermano a giocare a scacchi e ad osservare cieli stellati, sempre ragionando tra loro del senso della vita. Alla fine del percorso, Ulisse lascerà i suoi compagni di viaggio per avventurarsi da solo nel suo cammino, portando con sé il dono ricevuto: la bussola filosofica, che si identifica con la filosofia stessa, capace di orientare nel mondo. Per arrivare a questo, avrà attraversato alterne peripezie, sarà uscito da una caverna e da un labirinto, luoghi metaforici delle difficoltà dell’esistenza, fino ad approdare ad una strada assolata che conduce verso il mare. Il percorso è difficile ma, con la bussola filosofica, Ulisse lo intraprende con entusiasmo ed ardimento, speranzoso di arrivare, presto o tardi, a realizzare i suoi obiettivi; ad Apollo e Dioniso che gli chiedono chi realmente lui sia, risponde in modo emblematico: “Sono un uomo, e basta. Vi pare poco?” |