Norferville

Antonietta Mirra (21/06/2024) - Voto: 4/5
La storia di Leonie si intreccia con quella della popolazione del luogo. Indigeni che vengono sfruttati dalla presunta superiorità dell’uomo bianco, ma non si tratta solo di questo.  C'è la natura. Anch’essa protagonista del libro. Una natura che mette paura, forse ancor di più delle efferatezze che l’essere umano è capace di compiere in nome della sua prepotenza e arroganza. Questo è un romanzo maturo, coscienzioso, non è un semplice thriller. C’è un motivo per cui l’autore lo ha scritto e come vi ripeto sempre, leggete i ringraziamenti perché si possono capire tante cose di una storia.  È ammirevole la denuncia sociale a favore di queste minoranze, la sottrazione delle loro terre, il modo in cui sono stati costretti a cambiare stile di vita, usanze, abitudini per lavorare nelle miniere ed essere sfruttati dai bianchi. La natura di Norferville è crudele così come l’animo di chi la sfrutta e di chi piega al proprio potere i popoli veri padroni di quelle terre, che da un giorno a un altro, hanno perso tutto. In qualche modo, quella natura chiede giustizia, e le sue urla arrivano fino a noi. Se la curiosità iniziale nasce e cresce e perdura per tutta la durata della storia, (per fortuna, senza mai scemare, grazie alle capacità narrative dell’autore e a quelle sue intuizioni che ti stuzzicano il cervello in modo mirabile), a essa si aggiunge anche un sentimento diverso, più intenso e più profondo, qualcosa che si radica dentro di te e mette radici mentre ti convince a non distrarti perché è come se la tua attenzione fosse altrettanto importante per arrivare alla soluzione. Non avevo mai letto questo autore e devo riconoscere che il suo successo è meritato. La sua penna cattura, ma è ciò che racconta a estraniarti da tutto ciò che hai intorno e a colpirti come un martello, dall’inizio alla fine, finché non c’è giustizia. Ci sarà giustizia in questa storia? Questo potete deciderlo soltanto voi, quando gli darete una possibilità.