La paziente silenziosa

Viola76 (09/11/2019) - Voto: 4/5
Un noir, più che un vero thriller, scritto molto bene. Lo stile è veramente coinvolgente, anche grazie alla narrazione in prima persona fatta dal protagonista che decide di prendersi cura di Alicia, lo psicologo Theo Faber. Interessanti sono anche le osservazioni psicologiche sull'infanzia e sui traumi subiti in quel delicato periodo di formazione. Un po' di confusione me lo ha creato il momento della rivelazione perché prima, durante la lettura, non si capisce che i capitoli si alternano su due piani temporali diversi, quindi per qualche secondo ci ho riflettuto. Una buona trovata e un finale non scontato...unico neo, questi mariti meravigliosi dalla doppia personalità che nascondono relazioni secolari, riescono a far sentire amata e coccolata la moglie e non destano mai alcun dubbio, soddisfano sessualmente entrambe. Ce ne sono davvero troppi in letteratura.
AssiduaLettrice (28/10/2019) - Voto: 4/5
Theo, psicologo forense è ossessionato dall’idea di curare Alice Berenson, giudicata colpevole di aver ucciso il marito e condannata a una pena detentiva da scontare in una clinica psichiatrica. La paziente però è silente, dopo anni di internamento non profferisce verbo neppure per scagionarsi dalle accuse. Cosa la induce a un silenzio così ostinato? E’ davvero malata oppure finge di esserlo attendendo l’occasione propizia? Questo è un romanzo statico solo in apparenza, l’autore sa come sorprendere il lettore, i capitoli finali valgono l’attesa spasmodica che si accumula nella lettura dei precedenti. Il riferimento costante all’Alcesti è la ciliegina sulla torta, una possibile chiave interpretativa della storia oltre che un chiaro richiamo alla bellezza e alla profondità dei testi classici. Insolito ma coinvolgente, stile lineare e scorrevole. Non lo considero un thriller in quanto non ci sono elementi che elettrizzano il lettore, ma è un noir d’autore, elegante e raffinato. Attendo con curiosità di leggere altri romanzi di Michaelides.
Maurizio Crispi (02/10/2019) - Voto: 5/5
Un thriller tinto di noir, decisamente buono e non scontato. Ricorda molto un romanzo famoso di Agatha Christie e non dirò quale, perché altrimenti si rovinerebbe l'elemento sorpresa. Della trama si può dire ben poco, per lo stesso motivo: Alicia Berenson, pittrice di una certa fama, è ricoverata per infermità psichica in un manicomio criminale, perché accusata - davanti a prove incontrovertibili - di avere ucciso il marito Gabriel, fotografo di successo. Alicia, dal drammatico fatto di sangue, si è chiusa in un mutismo totale. Arriva nell'Istituto di pena dove è degente, uno psicologo a far parte dello staff, avendo scelto questa collocazione di lavoro poco redittizia nella prospettiva di una carriera, proprio perchè incuriosito dalla vicenda di Alicia e desideroso di esserle d'aiuto. E, infatti, questo psicologo, con il permesso del direttore dello staff medico, prende ad impegnarsi per cercare di fare uscire dal suo mutismo, attivando anche una serie di inchieste parallele, per approfondire il caso, sino a che viene in possesso del diario di Alice. E qui ci si deve fermare per evitare di fare spoiling della lettura. E' un thriller che, incentrato attorno ad una situazione psicoterapeutica, trova posto accanto a molti altri esempi di narrativa noir (non numerosissima peraltro), ma senza scimmiotamenti e con originalità. Il finale è assolutamente a sorpresa, mentre la narrazione si sviluppa su diversi piani temporali e, proprio qui, in questi slittamenti, c'è la chiave per comprendere appieno l'intreccio. Mi sento di consigliarlo ad altri.
vittfilo (25/09/2019) - Voto: 5/5
Geniale, intrigante e mozzafiato. Si legge tutto d’un fiato fino al finale completamente inaspettato
eos (23/09/2019) - Voto: 3/5
Un thriller incentrato sulla figura dello psicologo e sulla sua relazione con il paziente, in questo caso una paziente. S'intuisce qualcosina in anticipo, ma è carino da leggere e scorrevole.