La casa dei Krull

Savina (31/07/2020) - Voto: 3/5
La sensazione predominante di questo romanzo è l'angoscia. Non è il migliore dei romanzi del grande Simenon.
Benny B (27/07/2020) - Voto: 4/5
Ho odiato Hans, personaggio attraverso il quale si vive la storia: un parassita disonesto e prepotente portatore di sciagure, che però cade sempre in piedi. Ho amato la maestria con cui il genio Simenon descrive l'accensione di una miccia: una parola detta male, che nasconde il pregiudizio, che smaschera il razzismo, che aizza la folla, che sfoga la rabbia, che colpisce sempre i "diversi", capri espiatori per tutti i mali del mondo, emarginati e assediati nella loro stessa casa. Non ho capito il gesto finale di Cornelius: simbolica vittima sacrificale davanti alle ingiustizie o gesto di ammissione di colpa e vergogna? Non so. L'assassino comunque non si esplicita e rimane un senso di incompiutezza. Ma l'omicidio era solo un pretesto per indagare la crudeltà dell'animo umano, territorio in cui Simenon non è secondo a nessuno.
Andrea Franco (15/05/2020) - Voto: 5/5
Romanzo di grande atmosfera e ambientazione che tratta di temi,come la paura dello straniero e del diverso,attuali ancora oggi.uno dei migliori simenon,ed è tutto dire
serafini lino pasqualino (02/05/2020) - Voto: 4/5
un buon libro, come tutti quelli si Simenon
AdrianaT. (26/11/2019) - Voto: 3/5
«Era tutto fragile come l'aria, come il paesaggio pochi istanti, qualche frazione di secondo prima dell'esplosione di una polveriera.» Ecco. Qui sta tutto il senso di questo romanzo: una tensione crescente come il brontolio inquietante di un temporale in arrivo che poi però, quando arriva non scarica che parte della sua energia lasciandomi un senso di freddezza, di incompiutezza del personaggio di Cornélius Krull e un gran grigiore. Conosco bene Simenon anche attraverso la sua monumentale autobiografia che ho letto proprio per capire come facesse, senza seguire la terapia farmacologica di Dick Philip, a tirar fuori tutta questa roba (più di 700 fra romanzi e racconti) quasi sempre ad alti livelli di qualità narrativa e letteraria. Beh, non l'ho capito perché, in fin dei conti, era solo un uomo di successo dalla vita normale di un ricco. Era il suo cervello che aveva una chimica diversa, probabilmente.