I miei stupidi intenti

Autore (28/03/2023) - Voto: 3/5
Tutti gli animali presenti in questa favola, se sono mammiferi ( escludendo quindi le povere galline usate solo come alimento o merce di scambio ), soffrono di un malessere umano molto diffuso: l'angoscia di morte, che in psicologia viene decritta come il pensiero ossessivo di considerare sé stessi una nullità di fronte al destino di morte. Tutti gli animali qui presenti sono terrorizzati dall'idea di poter essere mangiati, piuttosto che dai sogni di un futuro migliore. Poiché questa secondo me è la cifra del libro, c'è da chiedersi se il tutto non sia soltanto un'auto analisi psicologica dell'autore, che si aggiunge ad uno stile di scrittura scorrevole.
Liv Sassi (23/03/2023) - Voto: 5/5
Non sono un letterato sebbene legga molto. Questa storia, da leggere tutta in un fiato, mi ha riportato alle letture della gioventù quando tutto era nuovo. Ben equilibrata la narrazione di animali con i luoghi e gli ambienti "umanizzati". Interessante l'intreccio di emozioni umane ed istinti animali. Infine non manca la suspance. Bello bello!
Troppie (06/03/2023) - Voto: 3/5
Il libro si fa leggere volentieri, ma almeno a me personalmente ha lasciato parecchi interrogativi. Non è un libro che sconsiglio, ma che nemmeno consiglio. Credo sia altamente soggettivo e sono anche convinta che venga recepito in maniera diversa in base a quale periodo della nostra vita stiamo affrontando. Gli animali vengono antropofotmizzati molto bene, la storia potrebbe benissimo avere dei protagonisti umani. Nonostante ciò sono consapevole di averlo recepito totalmente. Affronta temi quali morte, amore, solitudine, religione…eppure sembra non arrivare mai a una svolta, a una rivelazione.
Gaietta (27/02/2023) - Voto: 2/5
Libro senza dubbio originale. Mi ha colpito inizialmente ma, nell'insieme, non mi ha soddisfatta pienamente.
PaBi (20/02/2023) - Voto: 3/5
Ha retto a meraviglia le prime 100 pagine – sebbene l’ispirazione di chiaro sapore orwelliano, pur se di altissima qualità, non fosse propriamente originalissima – raggiungendo a tratti il sublime attraverso una certa assonanza con l’immenso Flaubert di “Madame Bovary” ma proprio quando stavo per gridare al miracolo ecco che il romanzo sorprendente e originale che stavo leggendo, quello che mi aveva fatto venir voglia di fare tana in una calda coperta per divorarlo senza interruzioni fino all’ultima sillaba, cominciava a mostrare la corda di una narrazione un po' acerba e forse un pelo troppo ambiziosa e sfilacciava in passaggi tanto monotoni quanto melensi che tagliavano implacabilmente il respiro della narrazione. Ho comunque perseverato, anche se devo ammettere che sono arrivata in fondo con un po' di fastidio.