Cuore nero

rino giambò (15/03/2024) - Voto: 5/5
Scrittura intensa, storia potente e personaggi profondi, un gran bel romanzo.
Liberi Leggendo Blog (11/03/2024) - Voto: 5/5
Con questo romanzo Silvia ci fa un dono prezioso, una storia di vita che fa riflettere, un libro struggente e doloroso. L'autrice ci porta a Sassaia, un piccolissimo borgo che si trova tra le montagne. Qui vive Bruno che porta dentro di se una solitudine immensa. Un giorno, dalla piccola strada che i faggi nascondono, compare una ragazza. Chi è? E soprattutto cosa fa in quel posto sperduto? Il giorno in cui si incontrano, Bruno riesce a leggerle dentro, vede in lei una persona spenta, che ha dentro di se qualcosa che la divora e che la sta annientando. Entrambi vivono una sofferenza, diversa, perchè Bruno ha subito il male, ne è stato vittima, mentre Emilia ha pagato per il male che ha fatto. Sassaia diventa un punto di fuga dove Bruno ed Emilia cercano di risalire dal buio per ritrovare la luce. L'autrice è stata bravissima a raccontarci di questi personaggi, di renderli così reali, facendoci vivere appieno il loro dolore, la sofferenza. Ci ha donato emozioni forti dove, nonostante la drammaticità, la speranza non è perduta. Una lettura intensa, di quelle che tengono incollati al libro senza riuscire a staccarsi. Un libro che rimane nel cuore e che vi consiglio assolutamente di leggere.
Kim12 (10/03/2024) - Voto: 5/5
Semplicemente bellissimo.
Francy (07/03/2024) - Voto: 1/5
Dopo le delusioni di questa autrice in passato mi sono prefissata di leggere questo nuovo romanzo che però ancora una volta non mi ha convinta a pieno. Emilia Innocenti, il cui nome è un po’ un paradosso per il suo percorso, arriva col padre Riccardo a Sassaia, frazione di Alma, un paesino piemontese, sperduto tra le montagne, senza strade asfaltate e senza televisione. Per arrivare alla casa della zia Iole infatti bisogna scarpinare nel bosco. Emilia è appena uscita di prigione, dopo oltre quattordici anni di detenzione per un grave crimine che però si capirà solo verso la fine della romanzo. Durante il suo esilio a Sassaia un vicino di casa, anch’egli solitario anche se per motivi diversi, legherà con lei. È Bruno, il maestro del paese poco più vecchio di lei che sarà anche la voce narrante del romanzo. I due si incontreranno, condivideranno parte delle loro due solitudini mantenendo però fino alla fine i segreti che li hanno condotti all’isolamento. Malgrado tra i due nasca una pseudo storia d’amore il percorso è più che mai accidentato perché entrambi devono considerare il proprio passato. Nel passato di Emilia c’è il carcere, gli anni dell'adolescenza e un’amicizia particolare con Marta. Quello che tiene viva la lettura è soprattutto il desiderio di scoprire che cosa abbia commesso Emilia perché spesso la scrittura risulta noiosa, irritante e ridondante. Per questo motivo lo stile più volte mi ha portata ad abbandonare la lettura che ho portato avanti desiderosa soltanto di capire cosa sarebbe accaduto. La narrazione infatti si fa più lineare solo nella parte finale del romanzo. Non consiglierei mai Cuore nero come esempio di scrittura che mi ha irritata non poco per questo suo stile esageratamente gergale a volte persino volgare che fa perdere un po’ di vista la tematica importante. Sono maggiorenne vaccinata ma il troppo disturba soprattutto perché spesso l’uso/abuso di questo lessico è fuori luogo.
Barbara (05/03/2024) - Voto: 5/5
Un’altra storia struggente maneggiata con quella cura e con quella grazia che sono la cifra di questa scrittrice straordinaria. Un libro potente che rimane nel cuore.