I demoni di Berlino

Maria (29/05/2021) - Voto: 5/5
Avvicinarsi a un libro come “I demoni di Berlino” significa immergersi completamente in una lettura dalla quale è impossibile staccarsi. Pagina dopo pagina Fabiano Massimi trattiene, incanta, coinvolge, conquista. La sua prosa erudita e accattivante è musica che riecheggia nella mente, che canta al suo pubblico intonando una melodia che mai stona. L’opera è talmente appassionante e ricca di spunti di riflessione che nonostante le 443 pagine, e per quanto forti siano gli sforzi di rallentare nello scorrere per gustarsi con calma ogni sfumatura, si esaurisce in poco più di una giornata. La mente è e resta lì durante la lettura ma anche in seguito. Attendevo con ansia l’uscita di questo titolo tanto che non ho atteso un istante e lo stesso giorno del suo arrivo in libreria l’ho reso mio per rendermi conto, il giorno successivo, di averlo già concluso. Quale è stata la sensazione immediatamente provata? È stata una sensazione di appagamento mixata a un senso di vuoto, di nostalgia. Mi mancavano Sauer, Rosa e tutti i protagonisti conosciuti in questo viaggio che nulla risparmia e che assicura non solo un thriller ben riuscito quanto anche un esaustivo e soddisfacente approfondimento storico sia per gli appassionati del periodo che non. Sono passati molti giorni dalla conclusione della prima lettura e quel vuoto è rimasto, quella sensazione di essersi separati da amici unici e rari è ancora qua. Questo è per me sinonimo di componimento ben riuscito, di uno scritto che segna il suo conoscitore in modo indelebile, che lascia e marchia nell’anima. «Mentre il treno sferragliava implacabile verso est, Sauer rimase a fissare il vuoto che si lasciava alle spalle, trovandolo uguale a quello dentro il suo cuore. La guerra non era mai finita.» Fabiano Massimi torna in libreria con uno scritto che dimostra anche una sua grande maturazione creativa nonché stilistica. La penna è precisa, ricca, minuziosa, articolata e sciolta. Da leggere!