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Luce della notte
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Lorena
(18/06/2022) -
Voto: 4/5
Ancora una volta le indagini di Teresa e Marini portano il lettore in atmosfere di provincia piene di mistero e di sentimenti profondi. Toccanti le scene con Andreas. Ilaria Tuti si conferma nuovamente una delle mie autrici preferite.
Luisa
(06/06/2022) -
Voto: 5/5
Questo romanzo è molto più breve degli altri, ma sempre collegato ai precedenti. Ilaria Tuti è sempre una garanzia!
Martina
(21/03/2022) -
Voto: 3/5
Ilaria Tuti è sempre una conferma con i suoi romanzi, molto coinvolgenti e con una protagonista che a me piace tantissimo.
Marco
(01/02/2022) -
Voto: 2/5
Un po' deludente: in parte perché breve, ma breve non significa conciso. A mio parere si poteva scrivere qualche capitolo in più verso la fine, che salta da una ricerca ad un ritrovamento senza alcuna spiegazione né contesto. Terzo romanzo a mio parere bocciato perché molto più improntato sul sociale che sulla ricerca di un vero e proprio delitto.
Renzo
(27/12/2021) -
Voto: 2/5
Da quella che all’uscita del suo primo thriller (Fiori sopra l’inferno) è stata chiamata, secondo me troppo generosamente, la regina in Italia di questo genere, non mi sarei certo aspettato la rovinosa caduta di cui è colpevole questo Luce della notte. In verità, anche nel romanzo precedente (Ninfa dormiente) avevo riscontrato non poche incongruenze e un finale affrettato con un colpevole non molto probabile, ma erano difetti che imputavo all’inesperienza; tuttavia, ora dopo due libri usciti – a cui c’è da aggiungere Fiore di roccia, di genere tutto diverso - era lecito attendersi un miglioramento della qualità, prima non modesta certamente, ma senz’altro ampiamente migliorabile. E invece Luce della notte ripresenta le solite incongruenze, ampliandole addirittura. Già il fatto che una bimba, affetta da una strana malattia genetica che le impedisce di esporsi alla luce solare, con il suo sogno ricorrente determini l’intervento della polizia, nella persona di un commissario Teresa Battaglia, che con le sue nevrosi ripetute sembra quasi una macchietta, non ci sta proprio. E da lì si dipana una vicenda che ha a che fare con l’immigrazione clandestina dai Balcani ed è per niente credibile, con personaggi che appaiono quasi per miracolo e comunque non abbastanza delineati, in un crescendo in cui la tensione si smorza progressivamente, per arrivare a una conclusione affrettata e ben poco logica. E’ un peccato, perché l’idea non era per niente male, ma è lo svolgimento che è mancato. Per il seguito è meglio che l’autore abbia ben chiaro ciò che vuole dire prima di iniziare la stesura, perché altrimenti è facile che si perda per strada, come in questo romanzo, che inizia come un horror, che vuole diventare un thriller e che finisce quasi come una parodia dei polizieschi.
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