Eccomi

turidduzzu (06/10/2016) - Voto: 5/5
Nevrotico indisponente ma la scrittura di Foer è sublime
enrico.s (16/09/2016) - Voto: 1/5
Tanto tuonò che non piovve. Anni di attesa dal precedente romanzo (bellissimo) per ritrovarsi tra le mani un lavoro deludente sia sotto l'aspetto estetico (scrittura sciatta, dialoghi che sembrano presi di peso da sitcom di serie b, giochini di parole finto intelligenti, personaggi, intesi come tipi umani, quasi tutti irritanti e da me insopportabili), che sotto l'aspetto cognitivo (cosa ci insegna di nuovo o cosa ci dice di profondo questo ennemillesimo ritratto di famiglia americana benestante progressista in crisi? ...nulla; tutto già visto e rivisto). Meglio sorvolare, poi, sull'elemento "politico" (la questione israeliana) inserito a forza nella trama principale, trattato in modo che dire grossolano e grottesco è poco. Sembra che il lungo periodo di assenza dalla narrativa abbia arrugginito il talento di Foer, che solo per brevissimi lampi si rivela tra lunghe pagine di rara banalità. Provaci ancora, Safran...
Alberto zeni (10/09/2016) - Voto: 4/5
Il silenzio rumoroso delle parole. Un oceano di parole che rimandano ad altre parole. Domande che generano altre domande che generano risposte ambigue. L'illusione che con il domino della parola sia possibile capire e controllare il mondo. L'illusione che le parole possano annullare la distanza tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. Quella dei Bloch è una famiglia perfetta. Meglio, perfettina. Il padre Jacob scrittore di serie tv, la madre Julia architetto e tre figli sensibili e super intelligenti. Idee progressiste, discussioni democratiche, cibi bio, mobili bio. Nulla è imposto, si discute su tutto. Ogni problema è analizzato, sviscerato. A mancare sono le cose, le azioni. A far crollare questo castello di carte, un semplice sms. Ancora parole. Anche il tradimento di Jacob scoperto da Julia che condurrà alla loro separazione è solo virtuale. Sms erotici che non conducono a niente. Il sesso al tempo del web. "Sai cosa faresti con una donna vera? Ti prenderebbe la tremarella e perderesti quella mezza erezione budinosa" dice Julia a Jacob. Condannandolo più per la sua incapacità di agire che per il tradimento. In concomitanza col piccolo terremoto familiare, un altro, più terribile terremoto, non metaforico, distrugge Israele, la patria di Jacob e dei suoi avi. Vorrebbe dire "Eccomi" come fece Abramo al richiamo di Dio. Ma Jacob non è Abramo e non ha la forza per agire. E' condannato all'inazione. E alla finzione , come nelle sue serie tv. Mente al suo più caro amico dicendogli di avere avuto una relazione reale con la donna degli sms. A una donna incontrata all'IKEA ( altro luogo di finzione) lascia credere di essere stato in Israele a combattere dopo che il terremoto ha innescato una guerra tra arabi e israeliani. La parola si fa menzogna, si svuota. Diventa puro significante, senza significato. "Ci sono cose senza nome?" domanda uno dei figli di Jacob e Julia. "E ci sono nomi senza cose?"
Francesco Severi (09/09/2016) - Voto: 5/5
Ho appena finito Eccomi, il nuovo libro di Jonathan Safran Foer, che avrei anche voluto incontrare al Festivaletteratura, ma poi è andata male. Partiamo da presupposto che d'ora in poi sono impressioni personali. E' un libro molto bello. E' il libro su una tragedia, su una crisi, ma non è un'unica crisi, è un libro sull'essere ebreo e su Israele, è un libro che ti fa conoscere lo spirito ebraico e ti fa venire voglia di conoscerlo ancora di più. E' un libro che ti dà la dimensione della storia del popolo di Israele, un popolo che ha superato tutte le civiltà che hanno tentato di sopprimerlo, dai Faraoni alla Shoa, un libro che parla di pianto, di riso, di coraggio, di codardia, ma soprattutto di bontà, di un uomo buono, e dei limiti di essere un uomo buono. E' un libro che dà molte risposte, è un libro che mi dà molte risposte, e molte di queste non mi sono piaciute, ma la colpa è mia, non dell'autore. Un libro a volte volgare, volgarissimo nel presentare la sessualità fisica, a volte leggero nel descrivere i sentimenti come la finissima polvere che si depone nel finale. Eccomi è la frase che Abramo dice a Dio quando lo chiama per il sacrificio del figlio Isacco, Eccomi è l'essenza del libro, Eccomi è un bel libro.